Cosa facciamo
dentro alle pagine di Gianni Rodari:
La grandezza di Gianni Rodari è stata su tutte quella di saper dare voce, con parole povere, a emozioni e sentimenti talmente indispensabili e vitali che la complessità del presente tende a farci dimenticare. I suoi testi sono da considerarsi tuttora un breviario contro la meschinità imperante, un fantastico arsenale poetico aperto a “grandi” e “piccinə”. Piccinə che Rodari non trattava come “materiale umano” da educare, indirizzare o correggere, bensì come interlocutorə da cui imparare, con cui giocare, sperimentare, avventurarsi. E i suoi testi si rivolgono anche alle persone “grandi”, perlomeno a quelle che ancora non hanno rinunciato a sfidare il mondo con la fantasia, l’ironia, l’immaginazione e il coraggio di cui le persone bambine sono indiscusse campionesse.
E noi, quando ancora non sapevamo leggere, era attraverso la voce della nonna che davamo forma e colore alle storie di Rodari che si sono trasformate in quelle che vogliamo raccontare oggi. Abbiamo scelto di iniziare con il primo romanzo di Gianni Rodari, “Le avventure di Cipollino”, pubblicato nel lontanissimo 1951. Molte sono le generazioni che hanno tenuto questa storia stretta-stretta nel cuore, quelle un po' più giovani forse non hanno ancora avuto la fortuna di incontrarla. In questa strana epoca, in cui pare non abbastanza scandalizzare che i militari entrino nelle scuole a far propaganda di guerra a bambine e bambini, ci sembrava buona cosa tornare a cercarla, darle voce e musica, rilanciando le parole di quel caro signore con un orecchio acerbo, che così tanti piccoli tesori ci ha lasciato con cui giocare. E così abbiamo fatto, esattamente come si fa lanciando un sassolino nello stagno, con il cuore contro guerre, prigioni e prepotenti, che continuano ad essere sempre là, ad opprimere la nostra Terra. Che questo sassolino si unisca a tanti altri sassolini, che sia di buon auspicio, che infonda coraggio, per trovarci insieme in un mondo migliore.
Buon Viaggio!
«...Pensa che dall'esito del tuo viaggio, può dipendere la nostra libertà!»
Con Rodari nelle Avventure di Cipollino
Il personaggio di Cipollino nasce sulla rivista "Il pioniere" dalle matite di Raul Verdini. Le sue vignette erano accompagnate da commenti in rima di Rodari (che all’epoca dirigeva il giornalino stesso) il quale, successivamente, trascriveva le storie di quelle illustrazioni in un libro "Il romanzo di Cipollino", poi intitolato "Le avventure di Cipollino", nel 1951.
Il romanzo racconta le peripezie di un bimbo-cipolla, in un mondo di ortaggi oppresso dalla tirannide del Principe Limone. Alle dipendenze di quest’ultimo, squadre di Limonacci, sgherri stupidi ma feroci, pronti ad obbedire agli ordini del loro crudele comandante. Saranno Cipollino e i/le suə compagnə a liberare la popolazione dal dominio del Principe Limone. Ci riusciranno -insieme- dopo aver liberato tuttə i/le prigionierə dal carcere.
Ecco, come lo definisce Michela Murgia nell’introduzione alla nuova edizione di Einaudi, quello di Cipollino è un romanzo resistente, «un romanzo antifascista per bambinə scritto da un partigiano». Resistente perché «scrivere per bambinə era uno degli atti più politici che si potessero immaginare in quegli anni». Possiamo anche definirla una fiaba sociale, divisa in ben ventinove capitoli, all’interno dei quali è facile scorgere i temi più cari a tutta la successiva produzione dell’autore: la libertà, l’importanza dell’apprendimento, la gentilezza, la necessità di difendersi dai prepotenti e dalle ingiustizie. E anche qui, Rodari incanta con le parole e con le immagini, con il suo modo di narrare pulito, ordinato, sbarazzino come i suoi personaggi.
L’anelito, la voglia di libertà, diviene forza motrice della storia. Questo concetto così astratto ed inspiegabile ai più e che invece per il nostro protagonista è così semplice: «La libertà significa non avere padroni». Tutti gli abitanti sono -quando non proprio in gattabuia- prigionieri metaforici del giogo del Principe Limone ma soprattutto di loro stessi e dell'idea che: «se i prepotenti stanno al potere, poco possiamo fare noi povera gente, tranne sospirare» Cipollino, invece, è libero come solo i/le bimbə (e le cipolle!) possono essere. Tuttavia, questa libertà non nasce dall'innocenza o dalla naturalezza fanciullesca, tutt’altro, origina dall'esempio della sua famiglia che gli trasmette la cosa più importante: la voglia di imparare.
«Io desidero che tu prenda la tua roba e te ne vada per il mondo a imparare», dirà Cipollone al piccolo Cipollino. «Ma io non ho libri, e non ho soldi per comperarli», risponde questi e il padre replica: «Non importa. Studierai una materia sola: i bricconi. Quando ne troverai uno, fermati a studiarlo per bene.», «E poi che cosa farò?», «Ti verrà in mente al momento giusto».
Tra i tanti insegnamenti, la capacità di uscire da ogni situazione avversa, con coraggio e con dignità; la capacità di saper riconoscere gli inganni e di trovare la forza di opporvisi, di ribellarsi, grazie a quella forza indissolubile che sa essere l'amicizia che è il superpotere più potente. Più potente di tutti gli uragani.
Apprendimento dunque, ma non apprendimento passivo. L’invito di Cipollone è ben chiaro: osserva e impara, usa la testa, fatti domande, perché solo attraverso il pensiero critico puoi sfuggire alle prepotenze degli ignoranti. Così Rodari sprona alla libertà, prima su tutte quella del pensiero. Cipollino è libero perché pensa, perché ragiona, impara dalle proprie esperienze. Oltre a essere un romanzo resistente, Le avventure di Cipollino è anche ri-esistente, nel senso che “esiste di nuovo” nella nostra attualità, fa parte, ancora oggi della realtà. Perché, a settantatre anni di distanza dalla sua nascita, certo non mancano oppressori di ogni sorta, tra prepotenti Limoni e Limonacci boriosi.
Cipollone d’altronde, ci aveva avvisati ben bene:
«i birbanti al mondo sono molti. E quelli che abbiamo cacciato, potrebbero tornare».
Da “Le Avventure di Cipollino” a "Le Avventure di Cipollina" , un ritrovato inno alla Libertà
Il testo di “Le avventure di Cipollina” è dunque ispirato al primo romanzo di Gianni Rodari “Le avventure di Cipollino”, romanzo che, è bene ricordarlo, fu tradotto in 23 lingue e riadattato innumerevoli volte, in ogni parte del mondo. Ci piace tanto, perchè è una storia di lealtà e fiducia, base e forza di quel sodalizio stretto stretto che conduce al cambiamento, alla libertà. La versione "Cipollina" nasce come pièce radiofonica, nel 2012, da un'idea e riadattamento di Gabra Pan. Nel dicembre 2023, ritrova una nuova forma nella drammatizzazione musicata dal vivo da noi “Compagnia dei Rovesci”: Gabra Pan, che narra e fa le voci, Bruno Piga alla chitarra 12 corde, armonica, duduk e hang, Andrea Fontanive al basso e alle chitarre.
E così, senza guida né manuale, senza bussola né mappa, ci si immerge in un viaggio fantastico, tra musica e voci, insieme alla piccola e risoluta Cipollina, con obiettivi ben precisi. Imparare chi sono i veri malfattori, liberare l’amata nonna e con lei tutti gli oppositori del Tiranno Limone, dal carcere in cui sono rinchiusi. Lungo il cammino ci si imbatterà nello sconforto per le ingiustizie subite ma si scoprirà anche la forza di opporvisi, grazie a quell'uragano che sa essere l'amicizia.
Nessuna storia è storia solitaria e anche quella di Cipollina, fedele all'orientamento rodariano, non farà eccezione. Perciò non incontreremo né eroine né eroi, ma imprese meravigliose avranno luogo e unicamente grazie alla forza della coesione tra i/le protagonistə tuttə! Perchè una vera avventura si sviluppa in trama collettiva, grazie a quel super-super potere speciale che appartiene a ciascunə di noi, quello della collaborazione creativa.
«Affinchè non ci si addormenti sognandoci solə, le une contro le altre, ma ci si sogni potenti insieme.»
E' dunque per "bambinə resistenti", persone cresciute con un orecchio acerbo, che abbiamo deciso di rileggere, rivisitare, reinterpretare e musicare questa ed altre storie tratte dal mondo di Rodari. Eppure, ahinoi, non si è dovuto aggiornare granché.
Perché gli/le oppressə son sempre là, di fronte agli oppressori, con gli stessi pensieri e desideri d'un tempo; e se di certo tante cose son cambiate, quelle davvero importanti, è ancor più certo, restano da cambiare.
"I Racconti dell'Orecchio Acerbo": contro la guerra.
12 storie e filastrocche musicate, contro la guerra (2025).
La Compagnia dei Rovesci porta con sè una nuova valigiotta piena di 12 storie e filastrocche contro la guerra, è pronta ad aprirla e ad accompagnarvi all'ascolto, in voce e musica. Per farlo però, ci si dovrà sintonizzare inevitabilmente su quell'orecchio verde. "... E' un orecchio bambino" -diceva Rodari- "serve per capire ciò che i grandi non stanno mai a sentire".